J. J. Rousseau

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L’educazione musicale come valore aggiunto al progetto didattico

Quando il bambino entra nel mondo della scuola la musica diventa uno strumento necessario e indispensabile: la scuola dell’infanzia è, infatti, luogo di narrazione di forme culturali e di significati. Tutto parte dal gioco, dalla dimensione ludica, per rinforzare le capacità di attenzione degli alunni, per creare rapporti basati sull’empatia, per raggiungere, infine, i traguardi di sviluppo immaginati e programmati.

Nel progetto didattico l’educazione musicale non è secondaria, anzi, assume un valore aggiunto. Il far musica a scuola, con la voce, con gli strumenti, con i mezzi a disposizione, permette ai bambini di esplorare la propria emotività, di scoprire la dimensione interiore e quindi di sviluppare e affinare la propria affettività. L’ascolto e la riproduzione di suoni, di melodie e canzoni e un approccio adeguato alla musicalità permette al bambino di attivare processi di apprendimento multifunzionali, a vari livelli: dalla risposta senso-motoria, fino al linguaggio simbolico ed astratto, lungo l’intera gamma delle modalità conoscitive.

Non solo: si può favorire lo sviluppo di competenze espressive, comunicative e creative, come la capacità di esprimersi e comunicare con i diversi linguaggi non verbali.

Il più popolare e universale dei linguaggi, può veicolare messaggi profondi, può cantare desideri di giustizia e di legalità, può scuotere le coscienze dall’indifferenza, dall’apatia e dalla rassegnazione.

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